Orti sociali su terreni della camorra: Da Bene confiscato a BENE COMUNE

A quasi vent’anni dalla legge 109/96 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, anche Nola avrà finalmente il suo “presidio della legalità”, il primo in assoluto nell’intera area.

downloadLa cooperativa sociale SEEDS, in partenariato con il Forum Ambiente area nolana, è risultata infatti vincitrice del bando pubblico emesso dal Consorzio Sole per la concessione di beni confiscati alla camorra da destinare alla realizzazione di progetti aventi finalità sociali. Si tratta nello specifico di un terreno di circa 4mila metri quadrati confiscato al clan Alfieri situato a Piazzolla di Nola, frazione dell’omonimo Comune del napoletano. Ieri, presso la sede città metropolitana di Napoli, è avvenuta la cerimonia di consegna delle chiavi dei beni confiscati, alla presenza del sindaco metropolitano Luigi De Magistris, del direttore del Consorzio Sole Lucia Rea e delle altre quattro organizzazioni del terzo settore assegnatarie di beni nei Comuni di Arzano, Marano, Torre del Greco e Villaricca.

Ripartire dalla terra per ricostruire una civiltà che metta al centro del suo operare il rispetto per l’ambiente, la tutela dei diritti, l’integrazione socio-culturale dei soggetti svantaggiati e la partecipazione degli alunni degli istituti scolastici: sono queste le priorità per restituire ai cittadini un bene sottratto agli interessi criminali, per avviare le attività degli orti didattici e comunitari” – sottolinea Gianluca Napolitano, socio della cooperativa, nel corso del suo intervento. “Importante sarà Il ruolo delle istituzioni e dell’associazionismo locale nel difendere e sostenere attivamente questo nuovo percorso, considerato anche che dal 2008 il bene è di proprietà del Comune”, continua Napolitano, “ma forse, più importante, sarà il ruolo di ogni cittadino nell’abbattere un muro fatto di omertà, timori e compiacenza”.

Attraverso l’allestimento di spazi sociali e il coinvolgimento diretto di studenti e adulti nella realizzazione e gestione di un orto biologico non solo si darà evidenza tangibile al valore sociale del progetto ma, soprattutto, si promuoverà la cultura dell’economia legata al territorio, così come già sperimentato negli anni passati in diverse iniziative targate SEEDS a fianco delle scuole del Baianese e dell’Irpinia. Una vera e propria aula didattica all’aperto dove, in modo concreto, grandi e piccoli attiveranno un “circolo virtuoso intergenerazionale” partecipando da protagonisti alla produzione di varietà tipiche del territorio che rischiano l’estinzione a causa dell’omologazione delle produzioni agricole sempre più monopolizzate dalle multinazionali del seme.

Il vice-presidente di SEEDS, Giuseppe Ivan Candela, sottolinea che la creazione di orti didattici sul terreno confiscato, non rappresenti solo un’iniziativa simbolica: “In questa fase storica in cui la criminalità organizzata prova a ristabilire la sua egemonia sui nostri territori, gli orti sociali rappresentano un’opportunità vera di riscatto e di auto-reddito per l’intera area, dando così vita a un nuovo modello di economia alternativa a quella criminale che parta dalla messa in rete di produttori, delle istituzioni scolastiche e della società civile”.  In questo quadro, fondamentale sarà l’interazione con la comunità locale, evitando così qualsiasi meccanismo auto-consolatorio che possa deresponsabilizzare: “per questo – sottolinea Candela – parte delle attività si svolgeranno in altre aree del centro urbano, convinti che saranno i cittadini di Piazzolla a venire da noi, interagire e confrontarsi. Solo così il cambiamento potrà diventare reale”.

Stop TTIP: fermiamo il trattato transatlantico di partenariato Usa-Ue

378113 (1)Il 19 ottobre a Miami inizia il nuovo round di negoziati tra l’UE e gli Stati Uniti sul trattato di libero scambio, ma i cittadini chiedono chiarezza e intanto si mobilitano: Dal 10 al 16 ottobre è  stata proclamata una settimana di proteste contro il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) , inaugurata da una grande mobilitazione che ha portato 250 mila persone  per le strade di Berlino in protesta contro un trattato che vuole abbassare gli standard di qualità, sicurezza e tutela ambientale, mettere in pericoli i diritti dei lavoratori, oltre che facilitare l’ingresso di ogm difficili da rintracciare, un maggiore utilizzo di pesticidi e la concentrazione delle produzioni nelle mani di pochi.

Cos’è il TTIP
Il TTIP è un trattato di liberalizzazione commerciale transatlantico con l’intento dichiarato di abbattere dazi e barriere non tariffarie tra Europa e Stati Uniti per la gran parte dei settori economici, rendendo il commercio più fluido tra le due sponde dell’oceano.

Un trattato molto delicato, negoziato in segreto tra Commissione UE e Governo USA fino alla fine del 2014 quando la società civile ha richiesto sempre più trasparenza, che vuole costruire un mercato unico tra Europa e Stati Uniti le cui regole, caratteristiche e priorità attualmente determinate dai nostri Governi e sistemi democratici, verranno fortemente condizionate da organismi tecnici sovranazionali a partire dalle esigenze dei grandi gruppi transnazionali.

Il Trattato infatti prevede l’introduzione di organismi tecnici potenzialmente molto potenti e fuori da ogni controllo da parte degli Stati e quindi dei cittadini. Il primo, un meccanismo di protezione degli investimenti: Investor-State Dispute Settlement (in sigla: ISDS; traducibile in italiano come Risoluzione delle controversie tra investitore e Stato) consentirebbe alle imprese europee o USA di chiedere compensazioni economiche agli opposti governi qualora democraticamente introducessero normative, anche importanti per i propri cittadini, che ledessero i loro interessi passati, presenti e futuri.

Un meccanismo rischioso che, se accompagnato da una definizione degli standard meno stringente, potrebbe mettere in discussione diritti acquisiti nonostante le rassicurazioni delle istituzioni europee, secondo le quali gli stessi non verranno abbassati. Un esempio riguarda gli standard agroalimentari, considerato che nei testi negoziali europei viene ribadito il ruolo centrale del Codex Alimentarius, l’organismo che fissa gli standard di qualità alimentare, dai residui di pesticida nei piatti all’uso di Ogm. Spesso i criteri usati dal Codex per la qualità degli alimenti sono più permissivi di quelli europei, e ogni variazione più restrittiva potrebbe essere considerata “distorsiva del mercato” e per questo sanzionata. La mancanza poi nei documenti ufficiali di ogni riferimento esplicito al “Principio di precauzione” è un ulteriore elemento di preoccupazione.

Un altro organismo di cui viene prevista l’introduzione è il Regulatory Cooperation Council: un organo dove esperti nominati della Commissione UE e del ministero USA competente valuterebbero l’impatto commerciale di regolamentazione nazionale, federale o comunitaria. A sua discrezione sarebbero ascoltati imprese, sindacati e società civile. A sua discrezione sarebbe valutato il rapporto costi/benefici di ogni misura e il livello di conciliazione e uniformità tra USA e UE da raggiungere, e quindi la loro effettiva introduzione o mantenimento. Un’assurdità antidemocratica che andrebbe bloccata il prima possibile.

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Fermiamo il TTIP
Il TTIP è ad un passo dalla sua approvazione finale. Solo una forte pressione dal basso potrà far capire ai nostri governanti ed europarlamentari che le persone non lo vogliono.

Ottobre sarà un mese cruciale. Cosa può fare ognuno di noi per fermare la stipula di questo trattato?

1. Informarsi: le informazioni non mancano di certo in rete, sui giornali e sulle riviste. Non fermiamoci alla prima opinione, cerchiamo di capire con più letture cosa sta succedendo.
2. Firmare la petizione. Potete farlo comodamente online su https://stop-ttip.org/it/firma/ ma sullo stesso sito potete scaricare il modello cartaceo di raccolta firme da stampare. Se non siete pratici con il computer fatevi aiutare, non fermatevi alla prima difficoltà!
3. Partecipare alla mobilitazione internazionale di ottobre 2015. Dal 10 al 16 ottobre in tutta Europa e negli Stati Uniti è stata indetta una settimana di mobilitazione, resta informato sulle manifestazioni che saranno annunciate a breve nella tua città.
4. Discutere e diffondere con amici e conoscenti la tematica del TTIP.

Per approfondire
Ecco alcuni siti web dove approfondire la tematica:
http://stop-ttip-italia.net/
https://stop-ttip.org/it

Stop TTIP Italia

http://www.italiachecambia.org/

Voglia di orti urbani? Ecco il vademecum che spiega come crearne uno.

Quello degli orti urbani è un fenomeno che si sta diffondendo a macchia d’olio e che risponde a molteplici funzioni: socializzazione, produzione di cibo il più possibile coltivato senza prodotti chimici, autoproduzione per consentire risparmio economico. Ecco un vademecum con preziosi consigli pratici su come creare un insieme di orti urbani.

pata_4Quasi sempre gli orti urbani sono appezzamenti di terreni pubblico (a volte però anche messo a disposizione da privati che non lo utilizzano) che vengono dati in affitto con modalità agevolate ad associazioni o gruppi di persone o famiglie di una città. Il percorso per arrivare alla loro realizzazione, dunque, non è scontato. Naturalmente laddove già esistono, spesso basta iscriversi in una graduatoria oppure entrare a far parte del gruppo assegnatario, ma dove si vuole creare ex novo una realtà occorre sviluppare contatti e relazioni con enti locali, sbrigare anche pratiche burocratiche, prendere l’iniziativa e sapere come muoversi.

Ecco quindi un prezioso vademecum che serve proprio a semplificare e stimolare il percorso tra cittadini, produttori e amministratori, per facilitare la creazione di una rete di orti urbani capace di corrispondere il nuovo stile di vita che è legato alla passione per l’orticoltura. SCARICALO CLICCANDO QUI:Orti

Da http://www.terranuova.it

CAMP di GRANO in Cilento: innovazione, ruralità e…Movimento Sem Terra

Non lontano dalle nostre “terre di mezzo”, anche quest’anno si terrà l’iniziativa #Camp di Grano, una settimana, quella dal 13 al 19 luglio, di alfabetizzazione rurale e innovazione sociale a Caselle in Pittari, paesino di quasi 2000 anime all’interno del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, a cui partecipano 25 ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia selezionati attraverso un contest on line. L’intento è di parlare – e soprattutto praticare – di agricoltura con un approccio partecipativo e ragionato, seguendo percorsi e obiettivi molto affini a quelli della nostra Cooperativa: un laboratorio teorico-pratico con dibattiti e riflessioni sui temi dell’agricoltura biologica e sinergica, della permacoltura, della biodiversità, dell’architettura rurale e della rural social innovation.

camp-di-granoLa settimana di innovazione rurale è propedeutica alla celebrazione del Palio del grano, che ormai da undici anni si svolge nella seconda metà di luglio sempre a Caselle in Pittari. Una vera e propria festa che celebra il forte legame che la comunità ha con la terra: una mole di sentimenti, tecniche e saperi che rischiavano di andare perduti per sempre. Un po’ come tutti i semi raccolti nella biblioteca del grano che anno dopo anno vengono distribuiti ai vari contadini che fanno parte del circuito Terra Madre in modo così da tenere vive specialità vegetali a rischio di estinzione

Una settimana di vita rurale sul campo in cui si impara dagli antichi contadini cilentani l’arte delle mietitura tradizionale e di tutti i processi di lavorazione del grano fino alla molitura in mulino a pietra ad acqua, nella vicina Oasi del WWF di Morigerati. Un momento laboratoriale, di osservazione e sperimentazione, di esperienza e di conoscenza, di scambio e di apprendimento.

L’edizione di quest’anno poi, sarà arricchita dalla presenza di una delegazione del Movimento Sem Terra, tra le realtà sociali più grandi dell’America Latina (conta un milione e mezzo di contadini brasiliani), da trenta anni lotta per una riforma agraria in Brasile, occupando migliaia di ettari di terra improduttiva e di sfruttamento lavorativo del latifondo, costruendo relazioni sociali giuste, realizzando la formazione culturale e tecnica degli agricoltori, le metodologie partecipative di educazione popolare, l’assistenza medica e il mutualismo, rafforzando la produzione e le strategie di commercializzazione solidale, stimolando la capacità politico-organizzativa degli enti di base.

ll Camp di Grano è un’iniziativa del Rural Hub, organizzata in collaborazione con la Proloco “Caselle in Pittari”insieme a Cumparete, CIA Campania e Libera Terra Mediterraneo,  “Terra di Resilienza” e Condotta Slow Food Camerota eGolfo di Policastro.

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Arriva la Festa della Primavera: guerrilla gardening, ecologia e…acqua bene comune

Tenetevi liberi, sabato 21 marzo si festeggia la fine della stagione invernale e l’avvio di laboratori per bambini all’aria aperta che, con cadenza settimanale, animeranno l’orto didattico e gli spazi verdi della “nostra” scuola primaria, da qui alla fine dell’anno scolastico.

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Sarà un modo per stare insieme, grandi e piccoli, e per celebrare la rinascita della Natura che si risveglia a nuova vita donandoci tutto ciò di cui abbiamo bisogno (senza mai chiedere nulla in cambio). Sarà anche l’occasione per passare qualche ora all’aria aperta, condividendo il piacere dello “sporcarsi le mani” e la gioia di un obiettivo comune. Sarà, inoltre, un modo per abbellire gli spazi verdi della scuola, dedicandosi a lavori di pulizia collettiva e alla piantumazione di fiori ed erbe aromatiche, in continuità con quanto avviene da anni nell’orto didattico gestito dal nostro “maestro di saggezza contadina”.

L’orto didattico è un progetto ideato e promosso dalla nostra cooperativa  per avvicinare i bambini alla terra (educandoli alla ciclicità e al rispetto della Natura) e per rivalutare i saperi antichi, sensibilizzando i partecipanti al rispetto dell’ambiente e a pratiche concrete per salvaguardare il territorio (strategia Rifiuti Zero, stagionalità, filiera corta). Tra le azioni di salvaguardia, nel corso delle attività, sarà dedicato un apposito spazio al tema dell’acqua bene comune e alle strategie da attuare per un uso responsabile della stessa, in considerazione dei rischi di privatizzazione che stanno correndo le sorgenti mandamentali in queste ultime settimane.

Appuntamento quindi sabato 21 marzo a partire dalle ore 10.30 negli spazi esterni della scuola primaria di Baiano per partecipare alla “Festa della Primavera” e per passare qualche ora di lavoro conviviale insieme agli alunni e ai genitori delle seconde classi dell’Istituto. Una giornata all’insegna della pratica manuale, della cura (di sé e della natura) e della condivisione attraverso cui far rinascere un territorio in termini di relazioni e solidarietà.

Consigliato abbigliamento comodo, guanti e… voglia di stare insieme.

Al resto ci pensiamo noi!

Autunno, è tempo di festa della zucca!

La prima Festa della Zucca è un esperimento che parte da lontano, dal progetto di diffusione degli orti didattici promosso dalla nostra Cooperativa negli ultimi 2 anni, attraverso cui – uomini e donne a vario titolo – hanno messo a disposizione le loro conoscenze ed esperienze per partecipare alla auto-produzione di ortaggi negli spazi verdi concessi dalle scuole del mandamento del Baianese e, nello specifico, dall’Istituto di Baiano. Il tutto, attraverso una stretta cooperazione con i bambini e le bambine delle scuole coinvolte, che hanno ricoperto con passione e fierezza il ruolo di piccoli ortolani.

zucca_A4-page-001È innanzitutto il risultato tangibile di questo percorso in cui sono state scelte casualmente alcune varietà di cucurbitacea: la mantovana, la “zucca piena di Napoli”, la marina di chioggia.
È la dimostrazione che è possibile riportare a consumare prodotti realmente a km 0 soddisfacendo quelle che sono le nostre esigenze alimentari su piccola scala, seguendo l’intero ciclo di vita di una pianta: dalla semina alla raccolta.
È un momento in grado di far conoscere l’importanza della biodiversità e della valorizzazione di varietà eterogenee a differenza di quanto vorrebbero imporci le multinazionali del cibo coma la Monsanto e la Dupont.
È un contesto in cui riflettere che l’autonomia alimentare è possibile se noi per primi ci crediamo e ravvivando i nostri territori che sono a vocazione agricola agendo contro l’abbandono dei terreni, sia privati sia pubblici, ripopolandoli di allevamenti al brado e riseminando cereali, legumi, ortaggi con uno spirito di cooperazione e non di competizione.
È un’occasione di socialità in cui cuochi e casalinghe hanno la possibilità di far degustare varietà che si trovano difficilmente nella grande distribuzione, esaltandone le peculiarità.
È una giornata all’insegna del buon mangiare, del gioco, della convivialità e del confronto tra grandi e piccini.
È un momento di responsabilizzazione dei più piccoli, che parteciperanno a tutte le attività previste (dalla preparazione della sala, alla realizzazione dei piatti e alla presentazione dell’iniziativa) in maniera assolutamente autonoma e alla pari rispetto agli altri adulti coinvolti.
È un modo per ristabilire il ruolo di protagonisti e decisori autonomi che spetta di diritto ai piccoli “interpreti” del nostro progetto, sostenendo l’idea di scuola come cooperazione tra soggetti e non come imposizione gerarchica “grandi vs piccoli”.
Vi aspettiamo quindi sabato 15 novembre, dalle ore 9 alle 14 presso Istituto Comprensivo Giovanni XXIII di Baiano (Av), con il seguente programma della giornata:

ore 9: presentazione delle zucche raccolte dai piccoli ortolani

ore 10: preparazione di piatti a base di zucca ad opera di cuochi grandi e piccini

ore 11: intervento su produzioni locali e autonomia alimentare

ore 12: “Mani in pasta”- laboratorio di panificazione

ore 13: degustazione culinaria

Il Fronte degli orti

Coltivare il proprio orticello è sempre stato sinonimo di farsi i fatti propri, questa espressione è stata bistrattata, mal vista, interpretata come sinonimo della massima attenzione egoistica agli affari particolari di ciascuno…

Il fronte degli orti

Contrariamente ad un proverbio cinese, altra civiltà, altra filosofia che recita “Sposati e sarai felice un anno, ammazza il porcello e sarai felice una settimana, fai l’orto e sarai felice tutta la vita”.

Da noi, badare al proprio orticello resta specchio di individualismo, egoismo del più gretto. Quanto ci metteremo a sfatare il pregiudizio? Quanto ci si metterà a capire che fare l’orto, come i cinesi affermano, è , al contrario, il segno più lampante, più chiaro, attaccamento alla terra e quindi al mondo, all’universo intero?

Fare l’orto: un altro proverbio dice “L’orto vuol l’uomo morto”, implica una prospettiva di dedizione, di costanza, una visione mentale larga. Badare ad un orto indica lungimiranza, predisposizione alla programmazione, vuol significare avere un animo grande.

Chi si accinge a far l’orto mette in conto la grandine, la siccità, una calamità naturale qualunque. Chi fa l’orto deve affidarsi, oltre che a buone pratiche, anche ad un minimo di scaramanzia, nel De agricultura di Catone, si trovano, ed i Romani antichi, spiriti pratici quanto scettici, filastrocche e incantamenti, scongiuri propiziatori, se non ci avesse creduto o almeno, non ci avessero creduto gli altri suoi concittadini coltivatori, Catone non avrebbe di certo sprecato il suo tempo.

Fare l’orto vuol dire fare fronte comune con i propri dirimpettai, costruire una rete di buon  vicinato, scambiarsi sementi, consigli e, piantine, darsi una mano, fare l’orto e ignorare gli altri può esporre a gravi conseguenze. Coltivare è meglio con la approvazione, tacita, o palese dei vicini, se anch’essi contadini, meglio ancora. Non si può sperare di costruire un movimento di solidarietà, di fratellanza tra i contadini se , in primis, non si cura il proprio campicello.

Ci si conquista la fiducia degli altri orticoltori se, innanzitutto, si hanno le proprie mani bene nella zolla. Si possono adottare  le pratiche di coltivazione più disparate, fare l’orto sinergico, biologico, biodinamico, praticare l’agricoltura naturale alla Fukuoka, quella macrobiotica pianesiana, ci sono infinite soluzioni e stili nel far l’orto, se non lo si fa affatto, non si può nemmeno pensare di parlarne.

Fare un orto con consapevolezza, sapere che dall’orto vengono all’uomo solamente vantaggi ed al pianeta tutto, ovvio, non mi riferisco a chi inzuppa il terreno di pesticidi e concimi chimici, sapere che dall’orto nasce autonomia, fiducia, stima di se stessi, che nell’orto si impara più biologia di quanta ci si sia nei libri, non si smetta mai di imparare su qualunque scienza della terra, è vitale.

Se quest’orto, collegato tramite associazioni, gruppi o reti, col resto del mondo, è assicurato ad un nodo, è un segmento di un discorso più ampio come la autoproduzione alimentare, la riproduzione di sementi antiche e rare, una arca di biodiversità locale, si può ben dire che abbiamo compiuto il primo passo, necessario, per la costituzione reale di un vero e proprio Fronte degli orti planetario.

Un Fronte degli orti che si contrappone, oggettivamente, pur non sbandierando vessillo ideologico alcuno, alla planetaria devastazione dei suoli, all’impoverimento dei saperi, all’assalto ad ogni paesaggio .

Da ciascuno, da chiunque si faccia l’orto con queste premesse, ci si può attendere solidarietà fraterna. Nelle mani, nere della zolla, nelle braccia, forti del lavoro, nei cuori aperti e generosi, nelle menti limpide, dalla visione chiara del piccolo e del grande, troviamo il manifesto per questo Fronte degli orti. Altro che curare il proprio orticello, chi si accinge a sarchiare, a a preparare il terreno per un orto, si accinge al contrario, a cambiare, di un poco, ma per sempre, con costanza, la propria e quindi la vita di molti altri connessi col Fronte degli orti.

Siano forti e determinati , gli orticoltori, ricerchino buone sementi e buone informazioni. Dietro ogni recinzione, dietro ogni muretto a secco, sbucano le guizzanti testoline delle lucertole e gli uccellini si preparano a costruire il nido.

Il Fronte degli orti ha cominciato a cantare, sta arrivando una nuova primavera per la campagna italiana.
Teodoro Margarita – Presidente di Civiltà Contadina

http://www.aamterranuova.it/Blog/I-Semi-e-la-Terra/Il-Fronte-degli-orti

12 gennaio, Terra Bene Comune

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Iniziativa a rifiuti zero, completamente autofinanziata. “Ragnatela Resistente” comincia il nuovo anno con la partecipazione della Cooperativa sociale SEEDS. Domenica 12 gennaio, dalle 10 al tramonto, ripropone la collaborazione con la battagliera fattoria sociale Fuori di Zucca, nel vecchio manicomio di Aversa, per scongiurare ancora una volta gli attacchi alla terra sempre più aggressivi nella nostra poco umana società ormai, dedita a logiche distruttive del mercato.

Per i più piccoli un laboratorio di statuette di argilla, paglia e semi prodotti nelle nostre terre dai nostri custodi del paesaggio, da dedicare alla Befana, al mito antico del ritorno alla luce, con un filo d’oro che lega e tesse ogni nostra azione.
Ci sarà anche la passeggiata sciamanica tra le erbe selvatiche per scoprire ciò che spontaneamente esprime il paesaggio, per tornare a formarci con la nostra terra.
Il mercato delle autoproduzioni e la cucina comunitaria daranno la possibilità di conoscere i prodotti di stagione, i metodi di coltivazione naturali da calendario lunare e le trasformazioni al momento dei nostri prodotti freschi in cibi della tradizione contadina campana.
Il banco piatti sarà allestito per non produrre rifiuti di plastica o altri usa e getta, dando la possibilità a ciascuno di lavarsi le proprie stoviglie, magari portate da casa, con i saponi naturali prodotti dal nostro collettivo.
Alla tavola rotonda su “Terra Bene Comune” parteciperanno diverse realtà campane e italiane che si impegnano in pratiche di tutela della terra con gestioni locali per difendere il paesaggio e la sovranità alimentare. Il dibattito si concentrerà sulle esperienze che ciascuno, da solo o in collettività, vorrà mettere in campo in difesa della svendita delle terre demaniali.
Chiuderà la giornata un laboratorio di voci aperto a chiunque abbia voglia di giocare con la propria voce, riscoprendo l’importanza e la forza del coro.

L’iniziativa si svolge ad Aversa presso la Fattoria fuori di zucca in via Linguiti, 54 (ex ospedale psichiatrico civile), Parco della Maddalena.

Produrre mais per riempire serbatoi e svuotare granai

Negli USA la terra arabile è sempre più usata per produrre biofuel invece che cibo. Come si vede dal grafico, la produzione di mais per bioetanolo è letteralmente esplosa nell’ultimo decennio ed ormai interessa il 44% della superficie destinata a questo cereale, per un’area pari a oltre 150 000 km², ovvero un’estensione maggiore dell’intero stato dell’Iowa. La quota rimanente è in massima parte destinata ad essere usata come mangime negli allevamenti intensivi.
La pressione generata dai biofuel sta aggredendo  un’importante area naturale quale la grande prateria, in particolare in South Dakota e Iowa.  Secondo una ricerca di Wright e Wimberly negli ultimi 5 anni oltre 5300 km² di prateria sono stati messi a coltivazione per il mais. In questo modo sono stati distrutti habitat importanti per gli uccelli, in particolare le anatre selvatiche. Ma la follia del bioetanolo non si ferma qui: 

  1. l’attuale produzione di bioetanolo, pari a 22,6 Mtep, copre appena il 3% dei consumi di petrolio degli USA. Nemmeno se tappezzassero tutta l’Unione di campi di mais, gli Americani potrebbero soddisfare la loro economia energivora;
  2. il mais per il bioetanolo è coltivato con grandi input fossili (fertilizzanti, trasporto, trattamento chimico) e il guadagno energetico è modesto, in genere di qualche punto percentuale;
  3. i cambiamenti climatici potrebbero ridurre in modo significativo la resa agricola negli USA e quindi occorrerà più terra per produrre lo stesso cibo: la terribile siccità dell’estate del 2012 potrebbe essere solo un’avvisaglia di quello che ci aspetta.
  4. sembra ovvio ma non lo è: produrre cibo per riempire serbatoi (anziché pance) è un paradosso…

Fonte: Ecoblog.it

 

Orto sinergico, un contadino contemporaneo si racconta

L’orto sinergico e la filosofia del contadino contemporaneo. Un’esperienza straordinaria e sempre più diffusa, raccontata attraverso le parole di chi ha fatto questa scelta. Antonio De Falco descrive la sua esperienza di vita nella pratica dell’orto sinergico, per molti versi una nuova frontiera per garantire la vivibilità della nostra terra in termini sostenibili ed equilibrati.