Voglia di orti urbani? Ecco il vademecum che spiega come crearne uno.

Quello degli orti urbani è un fenomeno che si sta diffondendo a macchia d’olio e che risponde a molteplici funzioni: socializzazione, produzione di cibo il più possibile coltivato senza prodotti chimici, autoproduzione per consentire risparmio economico. Ecco un vademecum con preziosi consigli pratici su come creare un insieme di orti urbani.

pata_4Quasi sempre gli orti urbani sono appezzamenti di terreni pubblico (a volte però anche messo a disposizione da privati che non lo utilizzano) che vengono dati in affitto con modalità agevolate ad associazioni o gruppi di persone o famiglie di una città. Il percorso per arrivare alla loro realizzazione, dunque, non è scontato. Naturalmente laddove già esistono, spesso basta iscriversi in una graduatoria oppure entrare a far parte del gruppo assegnatario, ma dove si vuole creare ex novo una realtà occorre sviluppare contatti e relazioni con enti locali, sbrigare anche pratiche burocratiche, prendere l’iniziativa e sapere come muoversi.

Ecco quindi un prezioso vademecum che serve proprio a semplificare e stimolare il percorso tra cittadini, produttori e amministratori, per facilitare la creazione di una rete di orti urbani capace di corrispondere il nuovo stile di vita che è legato alla passione per l’orticoltura. SCARICALO CLICCANDO QUI:Orti

Da http://www.terranuova.it

Dalla semina al raccolto, è festa della patata!

La prima Festa della Patata è un esperimento che parte da lontano, dal progetto di diffusione degli orti didattici promosso dalla nostra Cooperativa negli ultimi 3 anni, attraverso cui – uomini e donne a vario titolo – hanno messo a disposizione le loro conoscenze ed esperienze per partecipare alla auto-produzione di ortaggi negli spazi verdi abbandonati delle scuole primarie del mandamento del Baianese e, nello specifico, dell’Istituto di Baiano. Il tutto, attraverso una stretta cooperazione con i bambini e le bambine delle scuole coinvolte, che hanno ricoperto con passione e fierezza il ruolo di piccoli ortolani. Ma cos’è la festa della patata?!?

festaPATATAdef-page-001È innanzitutto il risultato tangibile di un processo in cui sono state scelte casualmente alcune varietà di patate autoctone e coltivate all’interno di un lungo percorso didattico (progetto l’Amico orto”) che ha visto i piccoli ortolani “sporcarsi le mani” sia nell’orto che in aula, attraverso laboratori ludico-didattici.
È la dimostrazione che è possibile riportare a consumare prodotti realmente a km 0 soddisfacendo quelle che sono le nostre esigenze alimentari su piccola scala, seguendo l’intero ciclo di vita di una pianta: dalla semina alla raccolta.
È un momento in grado di far conoscere l’importanza della biodiversità e della valorizzazione di varietà eterogenee a differenza di quanto vorrebbero imporci le multinazionali del cibo coma la Monsanto e la Dupont.
È un contesto in cui riflettere che l’autonomia alimentare è possibile se noi per primi ci crediamo e ravvivando i nostri territori che sono a vocazione agricola agendo contro l’abbandono dei terreni, sia privati sia pubblici, ripopolandoli di allevamenti al brado e riseminando cereali, legumi, ortaggi con uno spirito di cooperazione e non di competizione.
È un’occasione di socialità in cui cuoche e genitori hanno la possibilità di far degustare varietà che si trovano difficilmente nella grande distribuzione, esaltandone le peculiarità.
È una giornata all’insegna del buon mangiare, del gioco, della convivialità e del confronto tra grandi e piccini.
È un momento di responsabilizzazione dei più piccoli, che parteciperanno a tutte le attività previste (dalla preparazione della sala, alla realizzazione dei piatti e alla presentazione dell’iniziativa) in maniera assolutamente autonoma e alla pari rispetto agli altri adulti coinvolti.
È un modo per ristabilire il ruolo di protagonisti e decisori autonomi che spetta di diritto ai piccoli “interpreti” del nostro progetto, sostenendo l’idea di scuola come cooperazione tra soggetti e non come imposizione gerarchica “grandi vs piccoli”.
Vi aspettiamo quindi sabato 30 maggio e sabato 6 giugno, dalle ore 9 alle 14 presso la scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII di Baiano (Av), con il seguente programma della giornata:

ore 9: presentazione delle patate raccolte dai piccoli ortolani

ore 10: preparazione di piatti a base di patata ad opera di cuochi grandi e piccini

ore 12: chiusura progetto “L’amico orto”

ore 13: degustazione culinaria

Trash is for tossers

Sì, avete capito bene, i rifiuti sono proprio cose da stronzi. Chi lo dice? Lauren Singer, ventiquattrenne newyorkese che cura il blog omonimo. Una ragazza irriverente la cui scelta allitterante e linguisticamente un po’ aggressiva forse non raccoglie l’approvazione di chi preferisce espressioni pulite e meno volgari, così come il suo volto acqua e sapone e i suoi modi educati da BoBo. MA a parte ciò, quello che più conta, dietro questa presentazione c’è la sua vita a rifiuti zero, che vale la pena di essere raccontata. Prima di tutto perché si basa essenzialmente su due constatazioni, magari un po’ banali, ma non di certo scontate.

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La prima:valutare le proprie abitudini quotidiane.

La seconda: transitare verso uno smaltimento ragionato delle cose inutili.

E’ sufficiente curiosare sul suo sito per trovare facilmente consigli, tutorial, idee e spunti per ridurre il nostro impatto in termini di produzione di rifiuti e scarti. Che ci parlano, attraverso semplici accortezze, di come sia possibile – e a volte persino divertente – ridimensionare notevolmente quella parte di impronta ecologica di cui siamo artefici, pur fermi dentro le nostre case. Una scelta di vita che ha portato Lauren a fondare la propria azienda (aaahhh, il capitalismo… ndr) allo scopo di rispondere alla richiesta di prodotti “come i suoi” che i followers faticano a trovare in commercio o che magari non hanno il tempo di auto prodursi: perché i prodotti di Lauren hanno tutti un INCI estremamente breve (id est, con pochi ingredienti), facile da decodificare e contengono materie prime rispettose delle persone e dell’ambiente.

Un modo di vivere anticonvenzionale? Forse, ma a pensarci bene nemmeno così “alternativo” come potrebbe sembrare. Quante volte, ad esempio, siamo rimasti allibiti di fronte all’enorme e inutile quantità di plastica utilizzata per gli imballaggi degli alimenti, dalla frutta al dentifricio? Quante volte ci siamo chiesti come mai una quantità ridotta di patatine o biscotti debba essere confezionata in un enorme sacchetto di plastica (per metà riempito d’aria)?

Sono preoccupazioni che non appartengono più solo alla “massaia” di un immaginario ormai fuori stagione, ma che si sono liberate di ogni connotazione di genere e di età, diventando indipendenti anche dalla situazione familiare o sociale. Forse sì, hanno ancora qualche legame inevitabile con la condizione economica (perché le ristrettezze rendono forzatamente oculati nelle spese), ma le riflessioni che animano il blog e la vita di Lauren riguardano in ogni caso una fetta sempre più consistente della popolazione, dalla studentessa allo scrittore, dal commesso all’insegnante. Persone come tante che si interrogano su come sia possibile contribuire, anche in minima parte e con gesti apparentemente insignificanti, a ridurre l’inquinamento prodotto dalla sovrapproduzione di oggetti per lo più costituiti da materiali difficilmente o per nulla riciclabili.

Le idee non mancano, e nemmeno le persone che si stanno impegnando per condividerle: basta citare un paio di casi a titolo di esempio. Il primo, Zero Waste Home, il cui simpatico motto è “Rifiuta, riduci, riusa, ricicla e poi butta (e solo in quest’ordine)”. Il secondo è Natural-mente Stefy, esperienza raccolta anche all’interno del libro Vivere in 5 con 5 euro al giorno, il cui titolo anticipa l’onesto racconto della vita quotidiana di una famiglia italiana che prova a vivere a impatto quasi-zero.

Prove di vita dunque che non corrispondono solo a un teorico “amore per la natura e rispetto per l’ambiente”, ma che cercano di incarnare questi principi allineandoli a un senso di coerente felicità. Prove che, rispetto a qualche anno fa, trovano oggi molti più sostenitori e che quindi garantiscono le soddisfazioni migliori, derivanti dalla condivisione di pratiche e intenti che rispondono a uno stile di vita che fa dell’essenziale il sufficiente. Comprare frutta e verdura senza imballaggi, acquistare capi d’abbigliamento nei mercati dell’usato e solo quando necessari, riutilizzare sacchetti per la spesa o barattoli di vetro sono solo alcuni di quei gesti apparentemente scontati ma di enorme peso per l’ecosistema, e ciascun@ di noi può ogni giorno rendersene conto e, ancor più, rendersene responsabile.

Arriva la Festa della Primavera: guerrilla gardening, ecologia e…acqua bene comune

Tenetevi liberi, sabato 21 marzo si festeggia la fine della stagione invernale e l’avvio di laboratori per bambini all’aria aperta che, con cadenza settimanale, animeranno l’orto didattico e gli spazi verdi della “nostra” scuola primaria, da qui alla fine dell’anno scolastico.

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Sarà un modo per stare insieme, grandi e piccoli, e per celebrare la rinascita della Natura che si risveglia a nuova vita donandoci tutto ciò di cui abbiamo bisogno (senza mai chiedere nulla in cambio). Sarà anche l’occasione per passare qualche ora all’aria aperta, condividendo il piacere dello “sporcarsi le mani” e la gioia di un obiettivo comune. Sarà, inoltre, un modo per abbellire gli spazi verdi della scuola, dedicandosi a lavori di pulizia collettiva e alla piantumazione di fiori ed erbe aromatiche, in continuità con quanto avviene da anni nell’orto didattico gestito dal nostro “maestro di saggezza contadina”.

L’orto didattico è un progetto ideato e promosso dalla nostra cooperativa  per avvicinare i bambini alla terra (educandoli alla ciclicità e al rispetto della Natura) e per rivalutare i saperi antichi, sensibilizzando i partecipanti al rispetto dell’ambiente e a pratiche concrete per salvaguardare il territorio (strategia Rifiuti Zero, stagionalità, filiera corta). Tra le azioni di salvaguardia, nel corso delle attività, sarà dedicato un apposito spazio al tema dell’acqua bene comune e alle strategie da attuare per un uso responsabile della stessa, in considerazione dei rischi di privatizzazione che stanno correndo le sorgenti mandamentali in queste ultime settimane.

Appuntamento quindi sabato 21 marzo a partire dalle ore 10.30 negli spazi esterni della scuola primaria di Baiano per partecipare alla “Festa della Primavera” e per passare qualche ora di lavoro conviviale insieme agli alunni e ai genitori delle seconde classi dell’Istituto. Una giornata all’insegna della pratica manuale, della cura (di sé e della natura) e della condivisione attraverso cui far rinascere un territorio in termini di relazioni e solidarietà.

Consigliato abbigliamento comodo, guanti e… voglia di stare insieme.

Al resto ci pensiamo noi!

Autunno, è tempo di festa della zucca!

La prima Festa della Zucca è un esperimento che parte da lontano, dal progetto di diffusione degli orti didattici promosso dalla nostra Cooperativa negli ultimi 2 anni, attraverso cui – uomini e donne a vario titolo – hanno messo a disposizione le loro conoscenze ed esperienze per partecipare alla auto-produzione di ortaggi negli spazi verdi concessi dalle scuole del mandamento del Baianese e, nello specifico, dall’Istituto di Baiano. Il tutto, attraverso una stretta cooperazione con i bambini e le bambine delle scuole coinvolte, che hanno ricoperto con passione e fierezza il ruolo di piccoli ortolani.

zucca_A4-page-001È innanzitutto il risultato tangibile di questo percorso in cui sono state scelte casualmente alcune varietà di cucurbitacea: la mantovana, la “zucca piena di Napoli”, la marina di chioggia.
È la dimostrazione che è possibile riportare a consumare prodotti realmente a km 0 soddisfacendo quelle che sono le nostre esigenze alimentari su piccola scala, seguendo l’intero ciclo di vita di una pianta: dalla semina alla raccolta.
È un momento in grado di far conoscere l’importanza della biodiversità e della valorizzazione di varietà eterogenee a differenza di quanto vorrebbero imporci le multinazionali del cibo coma la Monsanto e la Dupont.
È un contesto in cui riflettere che l’autonomia alimentare è possibile se noi per primi ci crediamo e ravvivando i nostri territori che sono a vocazione agricola agendo contro l’abbandono dei terreni, sia privati sia pubblici, ripopolandoli di allevamenti al brado e riseminando cereali, legumi, ortaggi con uno spirito di cooperazione e non di competizione.
È un’occasione di socialità in cui cuochi e casalinghe hanno la possibilità di far degustare varietà che si trovano difficilmente nella grande distribuzione, esaltandone le peculiarità.
È una giornata all’insegna del buon mangiare, del gioco, della convivialità e del confronto tra grandi e piccini.
È un momento di responsabilizzazione dei più piccoli, che parteciperanno a tutte le attività previste (dalla preparazione della sala, alla realizzazione dei piatti e alla presentazione dell’iniziativa) in maniera assolutamente autonoma e alla pari rispetto agli altri adulti coinvolti.
È un modo per ristabilire il ruolo di protagonisti e decisori autonomi che spetta di diritto ai piccoli “interpreti” del nostro progetto, sostenendo l’idea di scuola come cooperazione tra soggetti e non come imposizione gerarchica “grandi vs piccoli”.
Vi aspettiamo quindi sabato 15 novembre, dalle ore 9 alle 14 presso Istituto Comprensivo Giovanni XXIII di Baiano (Av), con il seguente programma della giornata:

ore 9: presentazione delle zucche raccolte dai piccoli ortolani

ore 10: preparazione di piatti a base di zucca ad opera di cuochi grandi e piccini

ore 11: intervento su produzioni locali e autonomia alimentare

ore 12: “Mani in pasta”- laboratorio di panificazione

ore 13: degustazione culinaria

EXPO 2015: Lettera aperta a Vandana Shiva

La lettera che Civiltà Contadina scrive a Vandana Shiva dopo l’incontro sulla sovranità alimentare tenuto alla RI-MAFLOW e dopo il corteo “No Expo” di Milano – che ha visto anche la partecipazione della nostra cooperativa al grido di “il cibo non è una merce, la terra non è un supermercato!” – per capire le motivazioni della sua partecipazione come testimonial della manifestazione Milano Expo 2015.

Domenica 12 ottobre 2014, alla presenza di  centinaia di persone provenienti da tutta Italia e non solo – era presente anche il rappresentante di La Via Campesina news_25009_imagedal Sudafrica, espressione del mondo contadino più consapevole e radicale – alla Ri-Maflow, fabbrica occupata ed autogestita dai lavoratori, c’era il meglio di quanto si muove in Italia sul tema della nuova ruralità: dalla Rete degli Ecovillaggi alle fattorie occupate, dai contadini per scelta, ai giovani che hanno deciso di ritornare alla campagna, non mancavano nemmeno i Gas, i collettivi e i centri sociali. Questa partecipata e qualificata assemblea faceva seguito ad una grande manifestazione, circa tremila persone, tenutasi a Milano il giorno prima dal nome “Expo fa male”.

In qualità di dirigente di Civiltà contadina – sono stato anche il presidente dell’associazione nazionale di seedsaver, salvatori di semi – nel mio intervento ho chiesto pubblicamente chiarezza tra le molte ambiguità e dubbie partecipazioni che ruotano intorno all’Expo, e soprattutto il perché un personaggio importante della caratura di Vandana Shiva abbia deciso di far da testimonial  a questo evento.
Senza ricordare i recenti arresti – a dimostrazioni dell’intreccio criminale tra ‘ndrangheta, mafia del cemento – il motto di Milano Expo “Nutrire il pianeta. Energia per la vita” prende forma con 1800 ettari di buona terra  seppelliti da una coltre di asfalto e cemento, tra costruzioni, strade ed autostrade, tangenziali inutili, con centinaia di contadini espropriati. Una buona terra, terra della pianura padana, di prima classe, sepolta per sempre da queste opere per Expo.
Proprio intorno a questi espropri e contro la costruzione di queste tangenziali sono nate, in ogni paese intorno all’area, associazioni, comitati e collettivi che lottano per resistere a questa devastazione immane. Una prima vittoria è già stata ottenuta, suffragata dall’azione della magistratura: la ditta Maltauro che sta effettuando i lavori per la contestatissima via d’acqua e i suoi dirigenti sono stati indagati per malversazioni varie, con il sospetto di infiltrazioni criminali.
Il Comitato “No canal” ha visto dimostrate dalla magistratura le sue denunce sul seppellimento di rifiuti tossici a latere di quei lavori. Sulla stampa si possono trovare articoli e servizi in abbondanza. Fosse solamente per questo, ci saremmo aspettati di trovare Vandana Shiva dalla nostra parte.
Ce la immaginavamo, come Josè Bovè, come altri grandi dirigenti di movimenti contadini nel mondo a difendere queste terre minacciate, distrutte da Expo… invece, è lì, su YouTube a far da testimonial e parlare di necessità di “nutrire il pianeta”.
Quale pianeta?
Ne esiste solo uno, e quei poteri che stanno dando vita ad Expo stanno lo vogliono morto, plastificato, cementificato, vogliono i suoi contadini schiavi ed asserviti. Il loro grande lavoro di greenwashing utilizza parole quali “Nutrire il pianeta”… Chi? La Nestlè?
Ma abbiamo dimenticato che perfino l’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità, ha condannato questa multinazionale per aver spinto il consumo di latte in polvere nel terzo mondo dove non c’è acqua pulita affinché le madri possano allungare il latte in polvere senza avvelenare i propri bambini?
Nestlè intanto all’Expo si rifà la faccia con il suo padiglione svizzero: torri enormi, piattaforme ricolme di beni di consumo tipicamente elvetici come l’acqua minerale, rondelle di mela, dosi di caffè… man mano che i consumatori ne prendono – sono gratis – le torri si abbassano e questo dovrebbe, nella comunicazione orwelliana della Nestlè “servire a far capire che le risorse del pianeta sono limitate”… ma davvero? Ma chi sta proponendo acqua minerale della quale non c’è assolutamente bisogno?  Ci siamo dimenticati tutte le campagne per l’acqua pubblica, l’acqua del rubinetto? Cosa c’è di etico, di ecologico in tutto questo?  Per non parlare della DuPont, produttore di ogm, nel padiglione Usa.
Quella domenica di ottobre, alla RiMaflow, ci sono stati tantissimi interventi, analisi approfondite e lucidi molto dettagliati su questa “Expo universale” – in rete si trova tutto, tutta la verità che è stata volutamente celata e occultata.

Expo sarà la pietra tombale sulla biodiversità europea, la porta spalancata al transgenico: noi riteniamo quindi che l’uso di personaggi come Vandana Shiva serva ad indorare la pillola e siano il tocco più raffinato a questo maquillage intorno a quella losca operazione a nome Expo.

Altri, li abbiamo sentiti di persona, come il regista Ermanno Olmi , e pubblicamente hanno espresso il loro desiderio di volersi ritirare da questo ruolo di “Ambassador” di Expo.
Lei, Vandana Shiva, ha un ufficio a Firenze, Navdanya ha una sezione italiana, possibile che i suoi responsabili per l’Italia non le abbiano detto nulla?
Questa lettera aperta, signora Vandana Shiva esige una risposta.
Noi ci aspettiamo che giunga presto alle sue orecchie: infinite analisi, libri e documentazioni sono a sua disposizione per capire, valutare, decidere.
Sappia che noi – variegato mondo di seedsaver, contadini per scelta, collettivi e Gas – siamo un mondo in marcia per una vita libera il più possibile dal profitto, siamo irriducibili ed appassionati, innamorati della Terra; abbiamo letto, studiato e assimilato che “small is beautiful”, crediamo nella convivialità, nelle comunità, nei rapporti di vicinato, nelle medicine dolci.

A noi che abbiamo una visione olistica del mondo interessa molto una sua risposta.
E confidiamo in questa, qualunque essa sia, per radicarci ulteriormente nei territori, nei luoghi nei quali viviamo e coltiviamo, nelle campagne e città d’Italia, luoghi contro i quali Expo 2015 si appresta a sparare con milioni e milioni di euro spesi in comunicazione, una campagna di offuscamento, di seppellimento che non ha eguali.
Noi abbiamo intuito, ben prima che questo evento si manifestasse, le implicazioni planetarie e letali sulle sorti dell’agricoltura mondiale. Dopo Expo nulla sarà come prima.
E ci permetta di dirlo, è solamente grazie al nostro lavoro di controinformazione, al nostro faticoso e tenace lavoro di squadra che, alla fine, qualche buon seme (non Ogm) si salverà.
Ci aspettiamo una risposta e che Lei voglia incontrarci.
Ci siamo formati sui suoi libri, come su quelli di altri grandi nomi come Commoner, Bookchin, Illich… non ci deluda.

Saluti di terra e di semi

Verso Genuino Clandestino a Roma

Dopo l’appuntamento dello scorso anno a Firenze, tra pochi giorni ci sarà il consueto incontro nazionale di Genuino Clandestino – dal 16 al 18 maggio a Roma –  e anche noi della cooperativa SEEDS ci saremo.

Ci saremo per rimarcare, nel caso ci fosse ancora bisogno, la necessità di lottare per l’accesso alla terra, per l’autodeterminazione alimentare, per la difesa dei beni comuni e per un lavoro che non sia sfruttamento. Affinchè sia possibile un vivere etico e sostenibile.

Ci saremo in un momento cruciale in cui il bombardamento mediatico di massa è concentrato sulle narrazioni tossiche del “nutrire il pianeta”, della “green economy”, delle “youth guarantee”. Tutte parole vuote, per rilanciare un modello di economia vecchio e fallito nei suoi principi di sfruttamento e disuguaglianza, tenuto però ancora in vita da campagne di disinformazione di massa, affidate ai racconti mistificatori dei “comunic-attori” di turno. Racconti che potranno sembrare anche più accattivanti di quello che si diceva in passato, ma saranno sempre diversi dal futuro che vogliamo e per cui dobbiamo lottare.

Di seguito il programma della tre giorni romana:

genuino clandestino romaVENERDÌ 16

13.00 Meeting point via Ostiense 124 (puntuali !) passeggiata di benvenuto per Genuino Clandestino Roma 2014 18.30-20.00 Assemblea d’apertura @ Forte Prenestino a seguire Mercatino Serale dei produttori della rete di Genuino Clandestino 20.00- 22.00 Infopoint su Semi, Certificazione Partecipata, Mercati, Prezzi 22.00 Musica e Spettacoli (info e line up coming soon)

SABATO 17 @ FORTE PRENESTINO

10.00- 13.00 Tavoli di lavoro 13.00- 15.00 Pranzo 15.15- 17.30 Tavoli di lavoro (sintesi) 15.30- 18.00 Infopoint su Semi, Certificazione Partecipata, Mercati, Prezzi 18.00- 20.00 Assemblea Plenaria a seguire Mercatino Serale dei produttori della rete di Genuino Clandestino 20.00- 21.00 Infopoint su Semi, Certificazione Partecipata, Mercati, Prezzi 21.00 Musica, Spettacoli (info e line up coming soon)

DOMENICA 18 @ GIARDINI DI VIALE CARLO FELICE (Metro: SAN GIOVANNI)

09.00 Mercato 11.00 Assemblea Pubblica Mangiare nella Crisi: Ripensare il consumo, il lavoro e il futuro delle nostre comunità 17.00 Chiusura Mercato

Ulteriori info su genuinoclandestino.noblogs.org. Quest’anno da segnalare una novità: l’invito ai movimenti, con la campagna Terra Bene Comune, per connettere le lotte tra campagna e città, per “fermare la devastazione dei territori e difendere la vocazione agricola alimentare della terra, mettendo in rete comitati, movimenti e soggettività, creando un agire comune”.

Piccole grandi ricette/La ribollita

«Siamo a un mese da Natale ma è come se fossimo a inizio ottobre. Rispetto a 30 anni fa la zona di produzione delle stagioni in Italia si è allungata di 800 Km». È ciò che ci dicono gli operatori dei mercati ortofrutticoli in questo autunno inoltrato, in cui al Nord non gela e al Sud continua a fare caldo. Cambiamento climatico? Chissà, intanto al Nord continuano tranquillamente a essere prodotti fuori serra peperoni, pomodori e zucchine. Più lentamente e a fatica, certo, ma questo genera un’abbondanza di verdure sui mercati che sta aumentando molto il consumo di prodotti locali. I prezzi sono bassi per ogni merce, si compra davvero bene senza ricorrere ad alimenti che hanno fatto lunghi viaggi. Ciò però non vale per la frutta: mele, pere e clementine risentono delle condizioni estive che non sono state ideali, quindi sono un po’ più scarse e costose. Ma noi approfittiamo della compresenza di verdure di fine estate e di quelle autunnali sfruttando la possibilità di farci un piatto ideale per questi tempi, tutto con prodotti freschi e locali, anche al Nord: la toscanissima minestra di pane per la ribollita.

Come si fa Per quattro persone servono un cavolo nero, un quarto di cavolo verza e mezzo chilo di bietole. Ottimo, perché con l’abbondanza che c’è le verdure autunnali, in particolare a foglia, sono molto convenienti. Ad esempio i cavoli possono anche costare 50 centesimi al chilo. Prendete anche 4 etti di pomodori maturi, una carota, un gambo di sedano, una cipolla rossa, del cipollotto, prezzemolo, basilico e un po’ di origano. Il giorno prima mettete in ammollo 8 etti di fagioli secchi e procuratevi del pane toscano senza sale, tagliatelo a fette e l’indomani sarà raffermo. Lessate i fagioli in due litri d’acqua appena salata, insieme a un pomodoro piccolo e un filo d’olio. Soffriggete la cipolla in una pentola capace. Poi aggiungete i pomodori, i fagioli, le verdure tagliate grossolanamente (tranne i cipollotti) e gli odori. Cuocete per due ore a fuoco basso. Mettete le fette di pane in una zuppiera dal fondo piatto e versate la minestra facendo degli strati. Il tutto dovrà risultare un po’ liquido. Condite con olio, pepe e cipollotto fresco. Sarà ottimo, ma il miracolo avverrà il giorno dopo: dovete avanzare un po’ di minestra e rimetterla sul fuoco, girandola spesso. Cambierà sapore e si trasformerà nella mitica ribollita: forse il piatto perfetto?

di Carlo Petrini – La Repubblica 24.11.2012